In occasione della Giornata Mondiale dell’Alzheimer, che si celebra annualmente il 21 settembre, desideriamo cogliere questa significativa opportunità per sensibilizzare tutti i nostri Ospiti e lettori circa una delle malattie neurodegenerative più comuni e devastanti.

L’Alzheimer precoce, in particolare, rappresenta una sfida significativa sia per i pazienti che per i loro familiari. Questa forma della malattia colpisce persone più giovani rispetto alla media, manifestandosi spesso tra i 40 e i 60 anni, con un impatto profondo sulla vita quotidiana e sulle prospettive future.

Cosa significa avere l’Alzheimer precoce? È quello che intendiamo approfondire oggi, insieme alla comprensione dei metodi di diagnosi disponibili, le aspettative di vita e il percorso di cura, con l’obiettivo di fornire informazioni chiare e utili per affrontare questa difficile condizione.

Grazie all’esperienza e alla competenza delle strutture e dei professionisti di Korian, da sempre in prima linea per la cura della Persona, è possibile ottenere ogni giorno un supporto qualificato per gestire al meglio la malattia. Scopriamo insieme come.

Che cosa si intende precisamente con “Alzheimer precoce”?

Con “Alzheimer precoce” ci si riferisce alla manifestazione della malattia di Alzheimer in età inferiore ai 65 anni. Questa forma rara e aggressiva della malattia rappresenta circa il 5% di tutti i casi di Alzheimer. A differenza della forma più comune, che colpisce prevalentemente gli anziani, l’Alzheimer precoce può svilupparsi in individui ancora nel pieno della loro vita lavorativa e familiare.

La caratteristica principale di questa forma di Alzheimer – sottolinea il Dott. Domenico Carratelli, specialista in neurologia e geriatria è l’afasia primaria progressiva, ovvero un disturbo ingravescente del linguaggio espressivo: il paziente non pronuncia correttamente le parole, le distorce e le trasforma, poi passa a deformare l’intero discorso sbagliando il senso delle parole e delle frasi fino a un discorso completamente destrutturato ed incomprensibile. Infine, l’eloquio si impoverisce progressivamente fino all’afasia completa. Il tutto può avvenire anche in poco tempo e in maniera irreversibile”.

Oltre all’afasia i disturbi possono includere problemi di memoria, difficoltà nel trovare le parole giuste, confusione con il tempo o il luogo, e cambiamenti nel comportamento e nella personalità. Questi segnali possono essere spesso scambiati per stress o altre condizioni mediche, ritardando la diagnosi e l’inizio del trattamento. È quindi cruciale aumentare la consapevolezza su questa forma di Alzheimer per riconoscerla tempestivamente e intervenire in modo adeguato.

Esiste un test per l’Alzheimer precoce?

La diagnosi precoce dell’Alzheimer è una delle sfide principali della neurologia moderna. Recenti studi hanno infatti riportato significativi progressi verso la possibilità di individuare la malattia prima che i sintomi si manifestino pienamente. Attualmente, per la diagnosi, non esiste un singolo test per l’Alzheimer precoce. Tuttavia, la combinazione di diverse tecniche diagnostiche sta migliorando la capacità di rilevare i primi segni della malattia. Esami del sangue, test genetici e biomarcatori specifici presenti nel liquido cerebrospinale sono in fase di sviluppo e promettono di rivoluzionare l’approccio alla diagnosi. Questi strumenti, insieme ai test cognitivi e di imaging, possono fornire un quadro dettagliato dello stato di salute del cervello, permettendo di intervenire prima che la malattia progredisca ulteriormente.

Diagnosi Alzheimer precoce: come facilitarla e attraverso quali strumenti?

Un’accurata diagnosi dell’Alzheimer precoce rappresenta il primo passo essenziale per scegliere il trattamento più adeguato e pianificare il futuro del paziente. Il processo diagnostico generalmente inizia con una valutazione delle funzioni cognitive e della memoria attraverso test specifici. Questi esami aiutano a individuare eventuali deficit cognitivi che possono indicare la presenza della malattia.

È fondamentale eseguire una diagnosi differenziale per escludere altre condizioni mediche che possono causare sintomi simili, come la carenza di vitamina B12, l’ipotiroidismo o i tumori cerebrali. La conferma della diagnosi di Alzheimer precoce avviene spesso tramite tecniche di imaging. La risonanza magnetica (MRI) e la tomografia computerizzata (TC) vengono utilizzate per visualizzare il cervello e identificare eventuali anomalie strutturali. La tomografia a emissione di positroni (PET), invece, impiega traccianti radioattivi per rilevare l’accumulo di amiloide o tau, proteine anomale associate all’Alzheimer.

Quali sono le aspettative di vita con l’Alzheimer?

Le aspettative di vita per i pazienti con Alzheimer possono variare notevolmente a seconda di diversi fattori, tra cui l’età del paziente al momento della diagnosi, la rapidità di progressione della malattia e la presenza di altre condizioni mediche. In media, la sopravvivenza dopo la diagnosi può variare da 4 a 11 anni, ma alcuni pazienti possono vivere anche per 15 anni o più.

La qualità della vita durante questo periodo dipende in gran parte dalla tempestività della diagnosi e dall’efficacia del trattamento. Intervenire precocemente con terapie adeguate può rallentare la progressione della malattia e migliorare significativamente la qualità di vita del paziente.

Naturalmente è importante avere aspettative realistiche e prepararsi a gestire i cambiamenti che la malattia comporta, sia a livello personale che familiare.

Cura Alzheimer a quali specialisti affidarsi?

La cura dell’Alzheimer precoce richiede un approccio multidisciplinare che coinvolge diversi specialisti. Neurologi, geriatri, psichiatri e neuropsicologi sono tra i professionisti che giocano un ruolo chiave nella gestione della malattia. I neurologi sono specializzati nella diagnosi e nel trattamento delle malattie del sistema nervoso, inclusa l’Alzheimer. Possono prescrivere farmaci per alleviare i sintomi e rallentare la progressione della malattia.

I geriatri, specializzati nella cura degli anziani, forniscono una visione olistica delle esigenze del paziente, considerando anche altre eventuali patologie croniche. Gli psichiatri possono aiutare a gestire i sintomi comportamentali e psicologici dell’Alzheimer, come depressione, ansia e agitazione. Infine, i neuropsicologi svolgono un ruolo cruciale nella valutazione delle funzioni cognitive e nella progettazione di interventi terapeutici personalizzati.

Oltre agli specialisti medici, il supporto di terapisti occupazionali, fisioterapisti e assistenti sociali può migliorare significativamente la qualità della vita del paziente e dei suoi familiari.

La rete di Korian vi assiste quotidianamente, offrendovi un’ampia gamma di servizi e professionisti qualificati per supportare i pazienti con Alzheimer e le loro famiglie, garantendo un accompagnamento completo e integrato.

 

Articolo realizzato con il contributo del Dottor Domenico Carratelli