Alti, bassi, “sballati”: quando preoccuparsi per i valori della tiroide
Abbiamo da poco spiegato in cosa consistono gli esami per valutare la funzionalità tiroidea. Ora proviamo a scendere più nel dettaglio, andando a vedere quando i risultati possono indicare un problema a questa ghiandola.
Cosa sono i valori della tiroide e perché sono importanti?
Prima di iniziare, dobbiamo brevemente ricapitolare il ruolo della tiroide nell’organismo. Questa piccola ghiandola, situata nella parte anteriore del collo, produce due ormoni: la tiroxina o T4 e la triiodotironina o T3. Il 3 e il 4 accanto alle sigle indicano il numero di atomi di iodio che ciascuna di queste molecole contiene.
Gli ormoni tiroidei servono a regolare il metabolismo basale, cioè tutto quell’insieme di attività biochimiche che consentono all’organismo di svolgere le sue funzioni vitali: respirazione, battito cardiaco, produzione di calore eccetera. In altre parole, questi ormoni permettono al corpo di utilizzare energia e nutrienti per le sue funzioni di base. Poiché gli ormoni tiroidei agiscono su tutto il corpo, le loro eventuali alterazioni hanno ricadute a livello sistemico, cioè che interessano tutti gli organi e apparati.
La funzionalità della tiroide è regolata a sua volta da un’altra ghiandola, l’ipofisi, localizzata nel cranio, tra i due emisferi cerebrali. L’ipofisi produce un particolare ormone, detto tireo-stimolante e indicato dalla sigla TSH, che induce la tiroide a produrre i suoi ormoni. Il meccanismo di controllo è detto a feedback negativo: significa che, se gli ormoni tiroidei sono abbondanti, la produzione di TSH viene inibita, così la tiroide diminuisce la sua produzione ormonale. Viceversa, se gli ormoni tiroidei sono scarsi, l’ipofisi stimola la tiroide a produrne di più.
Questa precisazione è importante, perché alcuni disturbi della tiroide possono essere compresi meglio guardando la produzione ormonale dell’ipofisi, che si “sforza” di far lavorare adeguatamente la tiroide. Inoltre, se la tiroide non funziona in modo adeguato, il problema potrebbe risiedere dell’ipofisi, che non regola più la produzione ormonale come dovrebbe; tuttavia, queste condizioni sono piuttosto rare (la maggior parte dei disturbi tiroidei dipendono dalla tiroide stessa).
Comunque, quando parliamo di valori della tiroide ci riferiamo proprio a queste tre molecole: i due ormoni tiroidei T3 e T4 e l’ormone TSH.
Quali sono i valori normali della tiroide?
I livelli degli ormoni tiroidei e del TSH possono variare in base a diversi fattori. Inoltre, è importante ricordare che i diversi laboratori possono usare unità di misura e valori leggermente differenti l’uno dall’altro. Per tutte queste ragioni, il confronto con il/la tuo/a medico/a è sempre essenziale per interpretare i risultati degli esami in modo corretto.
In linea di massima, comunque, l’esame considerato più sensibile e specifico per la funzionalità della tiroide è quello del TSH, i cui valori possono variare in base a diversi fattori, tra cui per esempio l’età (i livelli dell’ormone tendono ad aumentare con gli anni), sesso e la presenza di gravidanza. In genere, e sempre con l’accortezza delle differenze legate ai singoli laboratori, i valori normali sono di solito indicati come tra 0,5 e 5 mU/l (milliunità per litro di sangue).
Il secondo principale parametro indagato per valutare la funzionalità tiroidea è il livello di ormone tiroxina o T4, quello prodotto dalla tiroide in quantità più abbondanti. Più precisamente, si valuta la tiroxina libera, indicata come FT4, cioè la quantità di ormone liberamente circolante nel sangue. Anche in questo caso, i valori possono variare in base ad alcuni fattori personali, alle differenti unità di misura utilizzate e al laboratorio che esegue l’esame (perché le differenze di strumentazione e gli standard specifici possono far variare il range di riferimento).
Gli esami del sangue per la tiroide possono inoltre comprendere indagini sui livelli della T4 totale e sui livelli di T3 libera (FT3).
Valori della tiroide alti o bassi: cosa significa?
«Cosa significa?» è la prima domanda che ci si pone di fronte a risultati degli esami indicati come anomali. È importante che a darti la risposta sia il/la tuo/a medico/a, che saprà tenere in considerazione i molti fattori che possono influenzare il risultato dell’esame e valutare se sono necessari ulteriori approfondimenti.
Possiamo però tracciare un quadro generale del significato dei valori “sballati” degli esami relativi alla tiroide.
- Valori del TSH più alti del range fisiologico possono indicare che l’ipofisi sta producendo maggiori quantità dell’ormone per stimolare la tiroide a incrementare a sua volta la produzione ormonale. Questo può suggerire una condizione di ipotiroidismo: la tiroide, cioè, non sta producendo T3 e T4 sufficienti a rispondere alle necessità dell’organismo. Ma se i livelli di questi ultimi appaiono invece normali? Ebbene, in questo caso vi può essere una condizione di ipotiroidismo subclinico: significa che la disfunzionalità della tiroide è ancora lieve (infatti in questi casi non vi sono ancora sintomi). È una condizione importante da conoscere: a seconda dei casi e in base a diversi fattori (tra cui i valori specifici degli ormoni tiroidei, i fattori di rischio del paziente eccetera) il/la medico/a valuta se è necessario iniziare un trattamento e quale, oppure se monitorare attentamente la situazione e decidere a seconda di come evolve. Quando anche i livelli di T4 e T3 sono bassi, invece, si ha ipotiroidismo conclamato o clinico.
- Valori del TSH più bassi della norma, invece, suggeriscono che l’ipofisi stia “cercando di frenare” la produzione di ormoni tiroidei. È quello che si può verificare in caso di ipertiroidismo, una condizione nella quale appunto la tiroide produce ormoni in eccesso. Anche l’ipertiroidismo può essere subclinico, cioè presentarsi con livelli bassi di TSH ma normali di T3 e T4; questa cond
Quando preoccuparsi per i valori della tiroide? L’importanza di una corretta interpretazione
È importante sottolineare, ancora una volta, che la corretta interpretazione dei risultati richiede il confronto con il/la medico/a, anche per evitare ansie e preoccupazioni che possono essere immotivate. Per esempio, può avvenire che un dato non possa essere rilevato correttamente e che sia necessario ripetere i test. Possono anche verificarsi situazioni più complesse di quelle che abbiamo illustrato. Un esempio è un valore zero di TSH (indicato di solito come “non rilevabile”), una condizione che in genere può avere due principali spiegazioni:
- se associato a valori elevati di T4, potrebbe indicare una condizione di ipertiroidismo;
- se associato a valori bassi di T4, potrebbe indicare un problema all’ipofisi (a causa del quale la tiroide non riesce a funzionare correttamente).
Ma, come evidenzia uno studio dell’American Thyroid Association, il “valore zero” di TSH potrebbe anche dipendere da situazioni più specifiche e meno comuni. Alcune persone, per esempio, potrebbero produrre una forma particolare di TSH che, pur essendo perfettamente funzionante, non può essere rilevata con i metodi di analisi comunemente impiegati.
Insomma, come abbiamo visto, l’interpretazione dei valori tiroidei richiede competenza ed esperienza per non incorrere in diagnosi affrettate o trattamenti inadeguati. Per approfondimenti, valutazioni specialistiche o controlli periodici, è possibile prenotare una visita endocrinologica presso le strutture Korian, dove i nostri specialisti sono a disposizione per fornire le cure più appropriate alle esigenze di ciascun paziente.