Allergia alle graminacee: quando la primavera diventa una sfida

Starnuti, naso che cola, occhi rossi e lacrimanti, magari attacchi d’asma: la bella stagione può non essere tale per chi soffre di allergia alle graminacee, che soprattutto in Europa rappresenta una delle forme di allergia più comuni.
Cerchiamo di conoscere meglio queste piante, le allergie che possono causare e, soprattutto, cosa fare per controllare i sintomi.
Le graminacee: quali sono e periodo di fioritura
Le graminacee (che dal punto di vista strettamente botanico si chiamano Poacee) sono una vastissima famiglia di piante che hanno come caratteristica distintiva la morfologia dei fiori, privi di petali appariscenti e riuniti in spighe o pannocchie. Alcune di queste piante sono ben note per il loro uso alimentare: alla famiglia delle graminacee appartengono infatti, per esempio, riso, frumento, mais e avena.
Le graminacee hanno in comune anche un’altra caratteristica rilevante, almeno quando si parla di allergie. Sono impollinate dal vento, per cui il loro polline è molto piccolo, prodotto in quantità abbondanti e capace di viaggiare per chilometri, rimanendo a lungo sospeso in aria. Tutto ciò fa sì che sia facile esservi esposti anche se ci si trova a distanza dai luoghi in cui queste piante crescono. In più, il polline delle graminacee è altamente allergenico, cioè ricco di proteine in grado di attivare il sistema immunitario delle persone allergiche scatenando i sintomi.
A seconda del polline cui si è allergici, i sintomi dell’allergia si manifestano in periodi specifici dell’anno, corrispondenti alla fioritura delle piante responsabili. In linea di massima, perché ogni specie ha il suo periodo di fioritura, le graminacee fioriscono da marzo a settembre, e il periodo compreso tra aprile e maggio è quello in cui la concentrazione di pollini è più elevata. Il clima, però, ha un ruolo rilevante nell’influenzare il periodo di fioritura. In questo senso, vale la pena riportare quanto sottolineato dall’Asthma and Allergy Foundation of America: la crisi climatica, con il suo aumento delle temperature globali, prolunga la stagione di fioritura delle piante, estendendo il periodo in cui i pollini sono più presenti nell’aria.
Allergia alle graminacee: come prevenire gli attacchi allergici
Ogni allergia ha una strategia intuitiva, dal punto di vista logico, per evitare gli attacchi allergici: non esporsi a ciò che li scatena, ossia gli allergeni responsabili. Per chi convive con l’allergia alle graminacee, però, questa strategia può non essere affatto semplice da mettere in atto, proprio per la vasta diffusione che i pollini possono avere. Cosa fare allora per evitarli?
Le principali strategie per prevenire gli attacchi allergici
- Prevenzione in casa. Tenere chiuse porte e finestre nei mesi in cui la concentrazione dei pollini è più elevata è un primo passo, cui si aggiunge l’uso di depuratori d’aria con filtri ad alta efficienza che aiutano a diminuire la presenza di queste sostanze negli ambienti domestici.
- Monitorare la presenza di pollini. In Italia è presente una rete di monitoraggio dei pollini, collegata a una rete europea, che valuta la presenza e la diffusione di pollini nell’aria dal punto di vista sia qualitativo sia quantitativo. I bollettini informativi che ne originano (qui l’esempio della rete dell’Associazione Allergologi e Immunologi Italiani Territoriali e Ospedalieri, qui quello della rete del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente) possono essere utili per conoscere le concentrazioni nella propria area e adottare strategie di prevenzione (anche, per esempio, iniziando i trattamenti che possono ridurre i sintomi dell’allergia). È però importante evidenziare che questi bollettini, pur essendo utili per orientarsi, non indicano direttamente il rischio allergico. Questo perché la sensibilità agli allergeni varia da persona a persona: ognuno ha una soglia specifica oltre la quale il contatto con il polline scatena una reazione del sistema immunitario.
- Immunoterapia allergene-specifica. Soprattutto per le allergie più gravi, una possibilità è valutare la desensibilizzazione agli allergeni o immunoterapia allergene-specifica, una strategia cui a volte ci si riferisce impropriamente come “vaccino per le allergie”. Consiste nella somministrazione graduale e controllata dell’allergene responsabile della reazione allergica, così da aiutare il sistema immunitario a sviluppare una tolleranza e a ridurre la risposta allergica nel tempo. È importante ricordare, però, che questa terapia richiede diversi anni (di solito da tre a cinque) per essere efficace, e richiede molta costanza; non tutte le persone, inoltre, rispondono nello stesso modo. Per questo è importante confrontarsi sempre con l’allergologo/a per capire se può essere la scelta migliore per la propria situazione.
Inoltre, anche se rinite e asma allergica sono le forme più comuni di allergia alle graminacee, è importante precisare che in rari casi questa condizione può interessare anche la pelle, causando rash cutanei in persone predisposte quando entrano in contatto con l’allergene: per ridurre i sintomi, una prima soluzione è lavare l’area con abbondante acqua e, per mitigare il prurito, applicare compresse fredde. Se necessario, il/la medico/a può raccomandare anche trattamenti farmacologici.
Allergia alle graminacee, attenzione a tavola: cosa non mangiare per limitare i sintomi
Se di solito sono ben note le strategie per limitare i sintomi a naso, occhi e gola, rimane ancora spesso trascurato il ruolo della dieta nell’influenzare la risposta immunitaria agli allergeni.
Infatti alcune allergie possono dare una reattività crociata: in pratica, sostanze simili a quelle cui si è allergici possono “confondere” il sistema immunitario e innescarne una risposta. Questo è particolarmente comune nel caso dell’allergia alle graminacee e ad altri pollini: molti alimenti contengono molecole simili a quelle presenti nel polline, che vengono riconosciute dal sistema immunitario una volta ingerite, causando sintomi come il prurito e gonfiore a bocca, labbra e gola. Si parla in questo caso di sindrome orale allergica.
Per esempio, per chi ha allergia alle graminacee, può essere utile evitare alimenti quali melone, anguria, agrumi, banana, kiwi, zucchine, pomodori, bietole, arachidi. Questa non è una lista completa né, d’altronde, tutte le persone allergiche presentano una reazione crociata con gli alimenti: per questo è fondamentale consultarsi sempre con uno/a specialista per capire quali alimenti è possibile mangiare in sicurezza e quali è meglio evitare, senza rischiare di seguire una dieta sbilanciata. Inoltre, l’allergologo/a può fornire indicazioni utili per limitare il rischio che si presentino i sintomi: per esempio, in molti casi la cottura di frutta e verdura degrada le proteine che scatenano la reazione crociata, per cui spesso è possibile mangiare comunque questi alimenti una volta cotti (o in forma di marmellate).