Riabilitazione post-ictus: quali esercizi per il recupero
L’ictus è un’emergenza medica che si verifica quando il flusso di sangue diretto a una parte del cervello viene interrotto, causando al tessuto cerebrale danni più o meno estesi che possono compromettere in modo significativo la qualità della vita di chi ne è colpito.
Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, l’ictus rappresenta la seconda causa di morte e la prima causa di invalidità a livello globale: il 75% delle persone che sopravvive a un ictus presenta una qualche forma di disabilità, e in circa la metà dei casi questa comporta la perdita dell’autosufficienza. La sua incidenza aumenta con l’età, in particolare dopo i 55 anni, con un incremento esponenziale oltre i 65; tuttavia, può colpire anche persone più giovani.
La riabilitazione post-ictus è un processo essenziale per il recupero delle funzioni compromesse, che possono variare notevolmente in base alla sede e all’estensione del danno cerebrale. I deficit neurologici più evidenti nelle persone colpite da ictus includono disturbi del movimento, come debolezza o paralisi di un lato del corpo o di un arto, disturbi nell’equilibrio, dolore e rigidità muscolare, alterazioni del linguaggio, difficoltà nella deglutizione, problemi cognitivi che coinvolgono memoria, attenzione e capacità di pianificazione, disturbi dell’umore e deficit visivi.
Intervenire precocemente con un percorso riabilitativo è fondamentale per favorire il recupero funzionale, migliorare l’autonomia, favorire il ritorno a una vita quanto più possibile attiva e soddisfacente e ridurre le complicanze a lungo termine.
Ma in cosa consiste il percorso riabilitativo post-ictus? Scopriamolo insieme in questo articolo.
In cosa consiste la riabilitazione post-ictus
Le cellule cerebrali che muoiono con l’ictus non possono rigenerarsi. Tuttavia, quelle danneggiate ma non completamente compromesse possono, in alcuni casi, recuperare almeno in parte le loro funzioni. È su questo potenziale di recupero che si fonda la riabilitazione post-ictus, un percorso altamente personalizzato, da avviare idealmente già durante la fase ospedaliera, con l’obiettivo di stimolare la neuroplasticità, ovvero la capacità del cervello di riorganizzarsi e creare nuove connessioni per compensare le funzioni perse.
A guidare questo programma di riabilitazione è un team multidisciplinare, formato da professionisti/e in riabilitazione fisiatrica, fisioterapia, logopedia, neuropsicologia, psicologia clinica e terapia occupazionale. Per costruire un intervento realmente efficace è indispensabile una valutazione cognitiva approfondita, che consenta di delineare con precisione le funzioni residue, le abilità preservate e le aree compromesse, al fine di individuare le strategie più adatte per compensare i deficit e valorizzare le potenzialità individuali. La valutazione comprende colloqui con i/le professionisti/e del team, test standardizzati per analizzare l’attenzione, la memoria, il linguaggio, le funzioni cognitive e le capacità motorie, e l’osservazione diretta del comportamento e delle risposte della persona assistita agli stimoli proposti. Solo sulla base di questa valutazione sarà possibile scegliere gli esercizi più adatti per stimolare le funzioni cerebrali e favorire un recupero mirato, progressivo e sostenibile.
In collaborazione con la persona assistita e la sua famiglia, il team definisce quindi obiettivi realistici, monitora i progressi e adatta il piano riabilitativo nel tempo, in base all’evoluzione clinica.
Tornare a camminare e riacquistare la mobilità degli arti post-ictus
Dopo un ictus, è frequente che si manifestino debolezza o paralisi a uno o più arti, con conseguenti difficoltà nel camminare o nell’utilizzo corretto di gambe e braccia.
Nelle fasi iniziali, il/la terapista stimola il movimento degli arti colpiti anche in modo passivo, per prevenire complicazioni come contratture, spasticità, riduzione della mobilità articolare e atrofia muscolare. Questa stimolazione serve a mantenere attiva la comunicazione tra il sistema nervoso e i muscoli, favorendo un recupero graduale delle funzioni motorie.
Con il progredire della riabilitazione, la persona viene incoraggiata a utilizzare attivamente anche gli arti compromessi per mantenere il tono muscolare e rafforzare i muscoli. Gli esercizi iniziali possono includere movimenti semplici (come girarsi nel letto, cambiare posizione, sedersi o alzarsi senza aiuto); successivamente si passa ad attività più complesse. Tra le tecniche più efficaci figura la terapia del movimento vincolo-indotta, che prevede di limitare l’uso dell’arto sano per stimolare quello colpito. Per esempio, indossare una fascia sull’arto non colpito durante attività quotidiane come mangiare, lavarsi o scrivere può stimolare il cervello a riattivare le connessioni con quello debole.
Per aumentare la forza si introducono esercizi di resistenza, come il sollevamento di piccoli pesi, l’uso di elastici o movimenti controllati contro una leggera opposizione, sempre adattati alle capacità residue e svolti sotto supervisione di un/una terapista o fisioterapista.
Il percorso comprende anche un lavoro mirato sulla deambulazione. Camminare in modo sicuro richiede il recupero dell’equilibrio e della coordinazione, entrambi indispensabili per prevenire le cadute. In questa fase si propongono esercizi come camminare su una linea retta, mantenere l’equilibrio su una gamba sola o usare ausili per il passo. Inoltre, inserire periodi di camminata vigorosa può contribuire significativamente al recupero della funzione motoria degli arti inferiori.
L’allenamento della coordinazione prevede la ripetizione di attività come afferrare e lanciare oggetti, eseguire sequenze di movimenti o passare da una posizione all’altra (da seduto a in piedi e viceversa), azioni che contribuiscono a migliorare la precisione e il controllo motorio.
Esercizi per recuperare la parola post-ictus
La riabilitazione logopedica è indispensabile per recuperare le funzioni comunicative compromesse dall’ictus.
Per riacquistare la capacità di parlare si inizia con esercizi semplici che stimolano le aree del cervello coinvolte nel linguaggio. Un’attività comune consiste nell’osservare immagini o oggetti e cercare di nominarli: questo esercizio aiuta a riattivare le connessioni neuronali.
Sono consigliati anche esercizi sulla ripetizione di parole o frasi semplici, sull’associazione tra parole e immagini e sulla corretta articolazione dei suoni, per migliorare l’espressione verbale e rafforzare anche la memoria a breve termine.
Anche la lettura e la scrittura possono essere potenziate attraverso testi semplici letti ad alta voce o brevi esercizi di scrittura, come lettere, messaggi o piccoli racconti personali.
Questi esercizi riabilitativi del linguaggio possono essere svolti sia con un/una logopedista, ma anche con familiari e amici, in un ambiente sicuro e privo di giudizio.
Nei casi di difficoltà linguistiche più gravi, si possono introdurre strategie di comunicazione alternativa. Tablet e smartphone, grazie a specifiche applicazioni, permettono di interagire tramite immagini, parole selezionabili o sintesi vocale. La comunicazione non verbale, come gesti, espressioni facciali o disegni, rappresenta un valido supporto per esprimere pensieri ed emozioni quando non è possibile recuperare, o non è ancora stata recuperata la parola.
Esercizi per recuperare le funzioni cognitive post-ictus
La riabilitazione cognitiva post-ictus consiste nello stimolare le funzioni legate alla memoria, all’attenzione e alla capacità di ragionamento mediante attività che coinvolgano la mente in modo semplice ma costante.
Nelle fasi iniziali del recupero, possono essere impiegati giochi di memoria, esercizi con immagini o parole, puzzle e attività che richiedono attenzione e concentrazione, rendendo la riabilitazione più dinamica e motivante, allenando allo stesso tempo la memoria a breve termine, la capacità di concentrazione e le abilità di pianificazione.
Anche la quotidianità offre molte occasioni per esercitare le funzioni cognitive: preparare una ricetta seguendo le istruzioni, compilare una lista della spesa o organizzare piccoli compiti domestici rappresentano attività concrete che richiedono attenzione, memoria e capacità decisionale.
Tra le tecniche utili rientra anche la reminiscenza, ossia la rievocazione di ricordi legati a esperienze personali. Guardare fotografie, ascoltare canzoni del passato o maneggiare oggetti significativi aiuta a stimolare la memoria e favorisce un coinvolgimento emotivo positivo.
Per migliorare la concentrazione e ridurre lo stress, possono essere introdotte semplici tecniche di rilassamento, come la respirazione guidata, la meditazione o esercizi di mindfulness, per sostenere il recupero delle funzioni cognitive e promuovere il benessere generale della persona.
Il ruolo del supporto psicologico nella riabilitazione post-ictus
Oltre al recupero fisico e cognitivo, la riabilitazione post-ictus deve tenere conto anche delle conseguenze emotive e psicologiche legate all’evento. Molte persone, dopo un ictus, sviluppano disturbi dell’umore come apatia, irritabilità, aggressività o cambiamenti nella personalità, oppure manifestano depressione e ansia, che possono interferire con l’adesione al trattamento e compromettere la qualità della vita. Per questo motivo, il supporto psicologico rappresenta una componente essenziale del percorso riabilitativo.
Anche i familiari e i caregiver necessitano di un adeguato sostegno, poiché spesso si trovano ad affrontare un carico assistenziale importante, con ripercussioni sul benessere personale, sulla vita lavorativa e sulle relazioni sociali.
Quanto dura la riabilitazione post-ictus
Non esiste una durata standard per la riabilitazione post-ictus.
Nel contesto del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), la fase di riabilitazione intensiva è generalmente coperta per un periodo di circa 60 giorni, ma il trattamento può continuare anche oltre, soprattutto quando sono presenti bisogni riabilitativi complessi. Il proseguimento può avvenire in strutture specializzate, ambulatori dedicati o direttamente a domicilio, attraverso programmi personalizzati di mantenimento e potenziamento.
La riabilitazione può e dovrebbe iniziare già entro 24-48 ore dall’evento, in ambiente ospedaliero, con interventi mirati alla mobilizzazione precoce e alla prevenzione delle complicanze. I primi tre mesi rappresentano in genere la fase più intensa di recupero: è in questo periodo che si osservano i miglioramenti più significativi nelle funzioni motorie, nel linguaggio e nelle abilità cognitive. Successivamente, il recupero prosegue in modo più graduale e può includere l’apprendimento di strategie compensatorie per affrontare le limitazioni residue, la riorganizzazione delle attività quotidiane, l’adattamento dell’ambiente domestico per favorire l’autonomia, il supporto psicologico ed educativo per la persona assistita e i familiari. Terminata la fase intensiva, è spesso indicato un percorso riabilitativo a lungo termine, pensato per consolidare i risultati ottenuti, prevenire regressioni e mantenere l’indipendenza funzionale.
Quali sono le possibilità di ripresa completa post-ictus
Anche se non avviene sempre, la possibilità di riprendersi completamente da un ictus esiste.
In generale, il grado di recupero varia sensibilmente da caso a caso, e a influenzare in modo determinante l’esito della riabilitazione sono la gravità dell’ictus, l’estensione del danno cerebrale e la localizzazione della lesione. Anche la tempestività dell’intervento nelle prime ore e l’avvio precoce della riabilitazione, idealmente già durante il ricovero in ospedale, possono essere determinanti. Fattori individuali come l’età, le condizioni generali di salute, la presenza di patologie associate e il livello di motivazione della persona assistita incidono profondamente sulla traiettoria di recupero, così come il sostegno familiare e la possibilità di accedere a cure e terapie personalizzate. Sebbene il recupero totale sia possibile solo in una parte limitata di casi, un miglioramento significativo della qualità della vita è spesso raggiungibile grazie a un intervento tempestivo, continuativo e costruito su misura per le esigenze della persona.