Disturbi del linguaggio

I disturbi del linguaggio sono un’ampia categoria di disturbi della comunicazione: scopri di più in questa scheda sulle possibili cause e sul trattamento.
Korian Redazione

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Redazione scientifica
Articolo revisionato dalla nostra redazione scientifica
20 Giugno 2025

    I disturbi del linguaggio sono un insieme di condizioni che compromettono la capacità di una persona di comprendere, esprimere o usare correttamente il linguaggio parlato o scritto. Possono presentarsi in età tanto pediatrica quanto adulta e avere cause tra loro molto differenti. A seconda dei casi, inoltre, possono riguardare la forma, l’uso o il contenuto del linguaggio. In inglese, infatti, si distingue tra speech disorders (disturbi del parlato), termine che indica un problema nella capacità di articolazione dei suoni, e language disorders (disturbi del linguaggio) per indicare un problema nella comprensione o nell’uso del linguaggio; in italiano si può parlare di disturbi del linguaggio e della comunicazione.

    I disturbi del linguaggio sono classificati nell’ambito dei disturbi del neurosviluppo, e più precisamente tra quelli della comunicazione. Rappresentano una categoria ampia in cui si distinguono:

    • disturbo del linguaggio, caratterizzato dalla difficoltà nell’apprendimento e nell’uso del linguaggio (inteso come scritto, orale, dei segni o di altro genere);
    • disturbo fonetico-fonologico, caratterizzato da problemi nella produzione dei suoni (che limita o impedisce la comunicazione verbale);
    • disturbo della fluenza con esordio nell’infanzia (balbuzie);
    • disturbo nella comunicazione sociale (pragmatica), caratterizzato dalla difficoltà nella comunicazione (verbale e non) a scopo sociale.

    Quali sono le cause dei disturbi del linguaggio?

    I disturbi del linguaggio comprendono una vasta gamma di condizioni che possono avere origini profondamente differenti. Possono essere congeniti oppure acquisiti e presentarsi già nell’infanzia oppure solo in età adulta, a seconda della causa che li determina.  Le basi per lo sviluppo del linguaggio iniziano a stabilirsi già durante la vita fetale, con la formazione delle strutture neuroanatomiche e fisiologiche che consentono le abilità di attenzione, sensoriali, di memoria, di apprendimento e motorie che permettono di parlare e comprendere il linguaggio.

    A grandi linee, alla base di un disturbo del linguaggio vi possono essere:

    • cause genetiche, perché spesso i disturbi del linguaggio ricorrono nella stessa famiglia; 
    • neurodivergenze, come il disturbo dello spettro autistico o il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD);
    • aver subìto una lesione cerebrale;
    • altre condizioni mediche che interessano il cervello, come la demenza, l’ictus o un tumore cerebrale, oppure che influenzano la capacità di sviluppare il linguaggio, come la sordità congenita.

    È importante precisare che non sempre è possibile identificare la causa di un disturbo del linguaggio. Inoltre, nei disturbi congeniti del linguaggio le cause possono essere complesse e comprendere fattori sia genetici sia ambientali. Per esempio, la carenza nei neonati o bambini piccoli di tiamina o vitamina B1, essenziale per lo sviluppo neurologico, può interferire con lo sviluppo delle funzioni cerebrali superiori, compreso il linguaggio.

    I disturbi del linguaggio possono avere cause molto differenti ed essere congeniti oppure acquisiti.

    disturbi del linguaggio

    Quali sono i sintomi dei disturbi del linguaggio?

    I sintomi dei disturbi del linguaggio dipendono dal tipo di disturbo specifico. Per esempio:

    • nei bambini, possono essere sintomi di disturbi del linguaggio il ritardo nella comparsa delle prime parole, gli errori grammaticali o nella produzione di suoni, la pronuncia inintelligibile, la difficoltà a usare il linguaggio nei contesti sociali, i problemi a comprendere per esempio l’ironia o i doppi sensi;
    • negli adulti, possono presentarsi sintomi quali la perdita nella capacità di comprensione del linguaggio, la presenza di frasi incoerenti, la difficoltà nell’articolare le parole o nel trovare quelle corrette.

    È importante ribadire che ogni disturbo specifico del linguaggio ha sintomi caratteristici e che questi sono solo esempi generali. La balbuzie, per esempio, è un disturbo del linguaggio che ha caratteristiche molto tipiche legate ai blocchi nel flusso del discorso, la ripetizione involontaria di suoni o sillabe e la tensione muscolare quando si parla.

    Inoltre, per quanto riguarda i bambini, è da sottolineare che è importante prestare attenzione allo sviluppo del linguaggio e a segnali che possono far sospettare la presenza di un disturbo, ma è altrettanto importante ricordare che ciascuno ha i propri tempi di sviluppo: consultarsi con il/la pediatra in presenza per esempio di un ritardo nelle prime parole è dunque importante, ma senza per questo alimentare un eccessivo allarmismo.

    Un’ultima nota può essere fatta sempre in relazione ai disturbi del linguaggio in età infantile, e più nello specifico nella scelta del nome di questo gruppo di disturbi. Spesso infatti si parla di disturbi specifici del linguaggio ma, fermo restando che il disturbo linguistico è presente, in molti casi può essere associato a problemi cognitivi: molti esperti ed esperte preferiscono dunque parlare di disturbi primari del linguaggio.

     

    Come si arriva alla diagnosi di disturbi del linguaggio?

    Il/la medico/a di famiglia o il/la pediatra può essere il primo riferimento per un disturbo del linguaggio; la diagnosi è però di norma a carico di un’equipe multidisciplinare, che valuta e indirizza e il trattamento dei disturbi della comunicazione, del linguaggio, della voce, della deglutizione e, più in generale, delle funzioni orali e cognitive connesse.

    Nell’ambito della diagnosi di un disturbo del linguaggio, il primo passaggio richiede di individuare o escludere possibili cause che possono aver determinato il problema, come per esempio la presenza di sordità (e dunque può essere necessario il consulto con altre figure professionali specializzate). La valutazione richiede, oltre a test specifici, anche un’accurata anamnesi per verificare se in famiglia vi siano state altre persone con disturbi del linguaggio.

    Come si prevengono i disturbi del linguaggio?

    Al di là del tutelare la salute del cervello con una corretta prevenzione di patologie come l’ictus, non esiste un modo per prevenire i disturbi del linguaggio, anche perché le loro cause non sono sempre del tutto note e chiare. Piuttosto, una diagnosi precoce che consenta di iniziare il trattamento in modo tempestivo è fondamentale per prevenire e limitare gli effetti negativi che un disturbo del linguaggio può avere nella persona che ne soffre, soprattutto in età pediatrica.

    Qual è il trattamento dei disturbi del linguaggio?

    Il trattamento dei disturbi del linguaggio dipende da diversi fattori, a partire dal tipo di disturbo specifico e dall’età del paziente. In linea generale, comunque, l’intervento precoce su questo tipo di disturbi è il più efficace; sempre in linea generale, il trattamento è logopedico e si basa su un insieme di strategie con obiettivi differenti a seconda delle necessità. Per esempio, possono aiutare a migliorare la comprensione e l’espressione verbale, oppure il vocabolario e la grammatica, o ancora a correggere gli errori di pronuncia o migliorare la fluenza oppure a favorire l’interazione comunicativa. Negli adulti, sempre a seconda del tipo di disturbo, si può per esempio cercare di recuperare le abilità compromesse (per esempio in caso di afasia, cioè quando insorgono problemi nella comprensione o nell’espressione delle parole) e/o di trovare, se necessario, strategie alternative per la comunicazione (per esempio in presenza di disturbi che impediscono la comunicazione verbale). 

    Un trattamento tempestivo dei disturbi del linguaggio, soprattutto in età pediatrica, è fondamentale per minimizzare le possibili conseguenze negative.

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