Timoma

Il timoma, tumore raro, è la più comune causa di neoplasia del mediastino anteriore: approfondisci le cause, i sintomi, come può essere prevenuto e trattato.
Korian Redazione

Korian Redazione

Redazione scientifica
Articolo revisionato dalla nostra redazione scientifica
5 Febbraio 2025

    Il timoma rappresenta circa il 90% dei tumori del timo ed è una delle tre neoplasie che interessano questa ghiandola, insieme con carcinoma timico e carcinoide timico.

    Il timo è una piccola ghiandola incapsulata, costituita da due lobi, situata nel mediastino anteriore, nello spazio delimitato anteriormente dallo sterno, posteriormente dal cuore e dai grossi vasi e lateralmente dai due polmoni. Appartiene al sistema linfatico e ricopre un ruolo fondamentale nello sviluppo del sistema immunitario, dove è responsabile della maturazione e del trasporto dei linfociti T, un tipo di globuli bianchi essenziale per le difese dell’organismo. Con l’avanzare dell’età, il timo subisce un processo di involuzione trasformandosi in tessuto adiposo, riducendo progressivamente attività e dimensioni.

    Il timoma è un tumore a partenza dalle cellule epiteliali del timo. Quando è circoscritto alla ghiandola timica è di natura benigna, e solo in rari casi, quando la malattia presenta un comportamento particolarmente aggressivo è maligno, e può diffondersi al di fuori del timo, interessando polmoni, pleura, collo, tiroide e pericardio. In alcuni casi, i timomi possono evolvere in carcinomi, ossia la forma maligna, processo che richiede generalmente 10-15 anni.

    I timomi sono neoplasie rare e rappresentano meno dell’1% di tutti i tumori. Si manifestano più frequentemente tra i 40 e i 60 anni, colpiscono generalmente più le donne che gli uomini.

    Quali sono le cause del timoma?

    Le cause di timoma non sono ancora completamente comprese, tuttavia esistono diversi fattori di rischio e condizioni associate che possono aumentare la probabilità di svilupparlo. I timomi sono frequentemente legati a sindromi paraneoplastiche (manifestazioni cliniche che si verificano in pazienti con tumori, che non sono causate direttamente dalla crescita del tumore stesso o dalla sua invasione in altri tessuti) autoimmuni, in cui il sistema immunitario attacca erroneamente le cellule sane del corpo. Le sindromi paraneoplastiche più comuni associate al timoma sono elencate di seguito.

    Sindromi paraneoplastiche associate al timoma

    • Miastenia grave: malattia autoimmune che interessa nervi e muscoli, in particolare quelli che controllano i movimenti oculari e palpebrali, la mimica facciale e la deglutizione e che causa debolezza muscolare. Si riscontra nel 35%-40% dei pazienti con timoma.
    • Ipogammaglobulinemia (sindrome di Good): disturbo del sistema immunitario in cui l’organismo non produce una quantità sufficiente di anticorpi per combattere e prevenire le infezioni. Si manifesta nel 5%-10% dei casi di timoma.
    • Aplasia pura della linea rossa (PRCA, Pure red Cell Aplasia): disturbo del sangue in cui il midollo osseo non produce abbastanza globuli rossi. È associata al 4% dei casi di timoma.

    Ci sono anche altre sindromi paraneoplastiche associate al timoma, come la polimiosite, il lupus eritematoso sistemico, l’artrite reumatoide, la tiroidite di Hashimoto (causa frequente di ipotiroidismo) e la sindrome di Sjögren, che sono però meno frequenti.

    I timomi sono frequentemente legati a sindromi paraneoplastiche autoimmuni.

    Quali sono i sintomi del timoma?

    La maggior parte delle persone con timoma non presenta sintomi nelle fasi iniziali e la diagnosi avviene spesso in modo accidentale durante esami effettuati per altre ragioni. Quando i sintomi si manifestano, sono generalmente legati all’interessamento degli organi toracici o associati a sindromi paraneoplastiche.

    I sintomi toracici sono un segno iniziale nel 30-60% circa dei pazienti. In questi casi, il timoma può provocare dolore al petto o sensazione di pressione, tosse persistente, difficoltà respiratoria (affanno o dispnea), raucedine, disfagia (difficoltà a deglutire) e una maggiore predisposizione alle infezioni respiratorie.

    I sintomi riconducibili alle sindromi paraneoplastiche associate al timoma possono essere estremamente variabili, riflettendo la complessità delle condizioni sottostanti. Per esempio, in presenza di miastenia grave, possono insorgere visione doppia (diplopia), abbassamento delle palpebre (ptosi), affaticamento e perdita di peso. Nei casi di aplasia pura della serie rossa si osserva anemia, mentre l’ipogammaglobulinemia può causare infezioni frequenti, linfonodi gonfi e diarrea.

    In alcuni pazienti, i timomi possono bloccare o comprimere la vena cava superiore, causando una condizione nota come sindrome della vena cava superiore. Questa grave complicanza può provocare sintomi quali tosse, difficoltà respiratorie, affaticamento, vertigini, mal di testa, gonfiore al collo e al viso, gonfiore delle braccia e delle mani, comparsa di vene visibili nella parte superiore del corpo.

    I timomi sono prevalentemente asintomatici e la diagnosi avviene in maniera accidentale

    Timoma

    Come si arriva alla diagnosi di timoma?

    Come detto sopra, la maggior parte delle diagnosi di timoma avviene in maniera accidentale.

    La diagnosi inizia con una visita durante la quale il/la medico/a raccoglie l’anamnesi del paziente e valuta eventuali segni e sintomi di malattia, come la comparsa di masse o altri disturbi insoliti, e i fattori di rischio. Successivamente, si procede con gli esami strumentali, che includono la radiografia del torace (in cui il tumore appare frequentemente come una massa lobulata vicino al cuore e ai grossi vasi sanguigni), la tomografia computerizzata (TC) (per determinare l’estensione della malattia), la risonanza magnetica (RM) e la tomografia a emissione di positroni (PET), utili per individuare precocemente il tumore e valutarne la dimensione e la localizzazione.

    La combinazione PET-TC può essere utile per determinare l’estensione della malattia all’interno dell’organismo e per rilevare eventuali lesioni a distanza.

    Gli esami ematici non sono utili per diagnosticare direttamente il timoma.

    La biopsia, effettuata tramite toracoscopia (eseguita attraverso l’inserimento nel torace di una sonda dotata di telecamera tramite un’incisione praticata tra le coste), è necessaria per confermare la diagnosi e determinare la stadiazione, che è fondamentale nella gestione del paziente ed è strettamente correlata alla prognosi. Dal punto di vista istologico (cioè delle caratteristiche del tessuto tumorale), in base alla morfologia delle cellule epiteliali, alla componente linfocitaria e all’atipia (alterazione anomala di forma, dimensione, struttura o organizzazione delle cellule rispetto a quelle normali) epiteliale, i timomi vengono suddivisi in cinque stadi, secondo i sistemi di stadiazione di Masaoka e Koga.

    Stadiazione del timoma

    • Stadio I: il tumore è circoscritto al timo e alla capsula connettivale che lo riveste.
    • Stadio II: il tumore ha invaso la capsula connettivale e si è diffuso nel tessuto adiposo circostante o nel rivestimento della cavità toracica.
    • Stadio III: il tumore ha invaso gli organi adiacenti al timo.
    • Stadio IV:
    • Stadio IV A: il tumore si è ampiamente diffuso ai polmoni e al cuore.
    • Stadio IV B: il tumore si è esteso al sistema sanguigno e linfatico, con metastasi in altri organi.

    Se il tumore è allo stadio I, si parla di timoma non invasivo; in tutti gli altri stadi, di timoma invasivo.

    Come si previene il timoma?

    La prevenzione dei tumori del timo è un ambito di ricerca ancora poco delineato, poiché non sono state identificate cause e fattori di rischio specifici e modificabili con prove consolidate. Sebbene non ci siano strategie di prevenzione primaria ben definite, alcune misure potrebbero contribuire a ridurre il rischio o a migliorare la diagnosi precoce.

    Le persone che presentano patologie come la miastenia grave potrebbero beneficiare di un controllo medico regolare per individuare eventuali alterazioni timo-mediastiniche. Inoltre, è importante sensibilizzare sulla necessità di riconoscere sintomi che possano suggerire un tumore del timo. Tali segnali, se interpretati correttamente, possono favorire una diagnosi tempestiva e l’avvio di un trattamento mirato.

    Qual è il trattamento del timoma?

    La terapia dei tumori del timo varia in base alla tipologia del tumore, allo stadio della patologia e alle condizioni generali di salute del paziente. Le opzioni terapeutiche comprendono chirurgia, chemioterapia e radioterapia.

    Possibili trattamenti del timoma

    • Chirurgia: l’asportazione chirurgica del timoma è il trattamento più efficace e preferito, indipendentemente dalla classificazione istologica, e dà ottimi risultati nei tumori di stadio I e II (per i quali è spesso l’unico trattamento richiesto). Nei casi più avanzati, come quelli di stadio III, in cui il tumore ha invaso i tessuti circostanti, si procede con la resezione chirurgica di tutto il timo. In questi casi, può essere necessario un intervento più esteso, che includa anche la resezione del pericardio e di una porzione di polmone. L’intervento può essere eseguito tramite diverse tecniche, tra cui la sternotomia mediana (la più comune), la chirurgia transcervicale o transcervicale estesa, la video-toracoscopia o la chirurgia robotica, che sono meno invasive. Il decorso post-operatorio è generalmente positivo.
    • Chemioterapia: le neoplasie timiche rispondono alla chemioterapia. Viene impiegata per ridurre le dimensioni del tumore nei pazienti non idonei al trattamento chirurgico e, dopo l’intervento, per aumentare la sopravvivenza a lungo termine per ridurre il rischio di recidive.
    • Radioterapia: è utilizzata per uccidere le cellule tumorali e impedire che esse proliferino. I timomi invasivi rispondono alla radioterapia, che può essere utilizzata per migliorare il controllo locale del tumore e la sopravvivenza.

    Nei pazienti con timoma localmente avanzato o metastatico, viene adottato un approccio terapeutico multidisciplinare che include chemioterapia, radioterapia e chirurgia.

    Attualmente, per i tumori timici, sono in fase di valutazione l’immunoterapia e la terapia a bersaglio molecolare, che inibisce la crescita tumorale agendo su fattori di crescita, enzimi o recettori.

    Korian Redazione

    Korian Redazione

    Redazione scientifica

    L’attività redazionale di Korian si basa su un approccio rigoroso e responsabile alla divulgazione scientifica, con l’obiettivo di offrire contenuti che siano clinicamente accurati e accessibili. Grazie al supporto di un pool di esperti, tra cui medici, biologi e professionisti del settore, specializzati in comunicazione medica, sviluppiamo testi che riflettono l’attualità delle conoscenze scientifiche…Leggi di più