Ipertiroidismo
L’ipertiroidismo è una condizione nella quale la ghiandola tiroide produce livelli eccessivi di ormoni tiroidei. Poiché gli ormoni tiroidei hanno un ruolo importante nell’attivare il metabolismo delle cellule in tutto l’organismo, le conseguenze dell’ipertiroidismo si manifestano a livello sistemico, con un effetto globale di accelerazione di tutte le funzioni vitali. In questo senso, l’ipertiroidismo rappresenta sostanzialmente il contrario di quanto avviene nell’ipotiroidismo.
La tiroide è una ghiandola dalla forma a farfalla, formata da due lobi connessi tra loro. Si trova nel collo, davanti alla trachea, e su stimolo dell’ipofisi produce in particolare due ormoni: la tiroxina o T4 e la triiodotironina o T3. Più precisamente, la forma attiva dell’ormone è la T3, prodotto dalla tiroide in percentuale minore rispetto alla T4, che rappresenta invece la forma inattiva pronta per essere convertita in T3 secondo le necessità dell’organismo. Oltre che nella regolazione del metabolismo, gli ormoni tiroidei hanno un ruolo fondamentale per lo sviluppo fisico e del sistema nervoso durante la crescita.
Sebbene l’ipertiroidismo possa interessare entrambi i sessi, è più frequente nelle donne, soprattutto dopo i sessant’anni.
Quali sono le cause dell’ipertiroidismo?
Come l’ipotiroidismo, anche l’ipertiroidismo può essere dovuto a diverse cause.
- Malattia di Basedow-Graves, anche detta oftalmopatia basedowniana, una malattia autoimmune che rappresenta la più comune causa di ipertiroidismo e può interessare anche gli occhi e, più di rado, la pelle. In questa malattia il sistema immunitario della persona produce anticorpi, le immunoglobuline stimolanti la tiroide (thyroid stimulating immunoglobulin, TSI) che, come dice il nome stesso, stimolano la tiroide e determinano un aumento della produzione di ormoni.
- Tiroiditi, cioè infiammazioni della tiroide, che possono avere differenti origini. Infatti, possono originare da infezioni, presentarsi in seguito a una gravidanza, o essere conseguenti all’uso di alcuni farmaci come interferone e, più di rado, amiodarone e litio.
- Noduli alla tiroide, cioè una crescita anomala di cellule che può portare alla sovrapproduzione di ormoni tiroidei.
- Assunzione eccessiva di iodio, il principale costituente degli ormoni tiroidei. Questo elemento è naturalmente presente in molti alimenti (soprattutto nel pesce e nei frutti di mare) ed è di norma ben tollerato dall’organismo. Se consumato in eccesso, come può avvenire per esempio se si assumono integratori contenenti alghe marine e ricchi di iodio, però, può interferire con il funzionamento della tiroide.
- Tumore benigno dell’ipofisi, ghiandola che regola la produzione ormonale della tiroide. Questa è una condizione rara.

Quali sono i sintomi dell’ipertiroidismo?
I livelli eccessivi di ormoni tiroidei determinano un’accelerazione del metabolismo basale, cioè di tutti quei processi, dalla respirazione al battito cardiaco, necessari per mantenere le funzioni vitali dell’organismo. I sintomi interessano quindi diversi organi e apparati, analogamente a quanto avviene nell’ipotiroidismo. Come in quest’ultima caso, però, è bene ricordare che possono variare da una persona all’altra.
I sintomi più comuni dell’ipertiroidismo includono un aumento dell’appetito, unito però alla perdita di peso e l’intolleranza al caldo, con aumento di sudorazione e polidipsia (sensazione di sete continua). A livello neuromuscolare possono comparire nervosismo, ansia e tremori; vi può essere la sensazione di affaticamento e debolezza, e può diventare difficile riuscire a concentrarsi. Si possono presentare palpitazioni, causate dall’accelerazione del ritmo cardiaco, mancanza di fiato e dispnea (fiato corto). L’ipertiroidismo interessa anche l’apparato gastrointestinale, per cui possono presentarsi diarrea, nausea e vomito. Nelle donne con ipertiroidismo possono esservi alterazioni nel ciclo mestruale e le mestruazioni possono diventare più scarse.
Se l’ipertiroidismo è causato dalla malattia di Basedow-Graves e non è trattato si possono anche manifestare disturbi agli occhi, quali irritazione, dolore retro-orbitale, rigonfiamento delle palpebre, visione doppia (diplopia). Gli occhi possono apparire sporgenti in modo anomalo (esoftalmo).
Nelle donne, la malattia di Basedow-Graves può spesso manifestarsi durante la gravidanza. L’ipertiroidismo che causa può avere ripercussioni gravi nel periodo della gestazione, come avviene nel caso dell’ipotiroidismo, portando ad aborto, nascita prematura, scarso peso alla nascita e preeclampsia. In rari casi, le immunoglobuline stimolanti la tiroide (TSI) che si producono con questa malattia possono attraversare la placenta e raggiungere il feto, causando l’ipertiroidismo neonatale.
In generale, in assenza di un trattamento adeguato, l’ipertiroidismo può avere conseguenze gravi sulla salute. Il battito irregolare del cuore può infatti portare all’insufficienza dell’organo, all’infarto e ad altri problemi cardiaci. Inoltre, l’ipertiroidismo è associato a una diminuzione della massa ossea e a un aumento del rischio di sviluppare osteoporosi.
La complicanza più grave dell’ipertiroidismo è la cosiddetta tempesta tiroidea o crisi tireotossica, uno stato ipermetabolico acuto. Si presenta con aumento della temperatura corporea, sintomi nervosi che possono andare dall’agitazione alle convulsioni, disturbi gastrointestinali ed epatici, e sintomi cardiaci come tachicardia, fibrillazione atriale, insufficienza cardiaca. Sebbene rara, la tempesta tiroidea è una complicanza potenzialmente letale e richiede cure d’emergenza.
Come si arriva alla diagnosi di ipertiroidismo?
Per formulare una diagnosi di ipertiroidismo, il/la medico/a curante deve raccogliere la segnalazione di eventuali sintomi ed eseguire un esame obiettivo (controllando anche, per esempio, la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa). Si eseguono quindi esami del sangue per valutare i valori relativi agli ormoni tiroidei e agli ormoni dell’ipofisi che regolano l’attività della tiroide, in particolare l’ormone tireostimolante (TSH). Livelli alti di ormoni tiroidei e bassi di TSH sono associati all’ipertiroidismo; in rari casi, i livelli di TSH possono essere alti, a suggerire alterazioni dell’ipofisi che influenzano la funzionalità della tiroide. Questi esami permettono di riconoscere un eventuale ipertiroidismo subclinico, una condizione più rara rispetto al corrispettivo ipotiroidismo subclinico. La produzione di ormoni tiroidei è regolata da un controllo a feedback negativo: quando la loro concentrazione del sangue è bassa, l’ipofisi è stimolata a produrre più TSH per indurne la secrezione tiroidea. Viceversa, quando gli ormoni tiroidei sono alti o nella norma, è inibita la produzione di TSH. Nell’ipertiroidismo subclinico gli ormoni tiroidei sono nel range di normalità, mentre i livelli di TSH sono bassi.
Il/la medico/a può consigliare un esame del sangue per valutare i livelli di TSI, l’ormone che stimola la tiroide in presenza di malattia di Basedow-Graves. Questo esame è necessario in particolare per donne in gravidanza che hanno già ricevuto una diagnosi di malattia di Basedow-Graves, per verificare che i livelli di TSI non siano tali da rischiare di causare danni al feto e, se necessario, stabilire il trattamento migliore per evitarli.
Inoltre, per verificare le cause dell’ipertiroidismo, il/la medico/a può richiedere un’ecografia della tiroide per verificare la presenza di noduli o altre alterazioni dell’organo, e/o una scintigrafia, tiroidea che permette di valutarne la funzionalità.

Come si previene l’ipertiroidismo?
Non esiste una prevenzione per l’ipertiroidismo. Un adeguato trattamento è però fondamentale per ridurre i sintomi e il rischio di complicanze, ed è dunque importante iniziarlo tempestivamente. Inoltre, esistono alcuni fattori di rischio associati all’ipertiroidismo e su alcuni di essi è possibile agire per limitare il rischio di sviluppare la condizione. Fra gli esempi possibili, il fumo di tabacco è associato a un maggior rischio di sviluppare ipertiroidismo: non fumare è quindi un modo per prevenire questa malattia, oltre alle molte altre associate al fumo. Inoltre, l’ipertiroidismo, come altri disturbi alla tiroide, presenta una certa familiarità. Se, quindi, si sa di avere una storia familiare di problemi alla tiroide è bene prestare attenzione a eventuali sintomi che possano far sospettare l’ipertiroidismo. Anche il diabete influenza, ed è a sua volta influenzato da, i disturbi della tiroide. In particolare, gli studi mostrano che l’ipertiroidismo è più diffuso tra le persone con diabete rispetto alla popolazione generale.
Qual è il trattamento dell’ipertiroidismo?
Il trattamento dell’ipertiroidismo è stabilito in base a diversi fattori, quali la causa, l’età del paziente, il sesso, e la gravità della malattia.
Le terapie si basano sulla somministrazione di farmaci o sostanze che limitano la produzione di ormoni da parte della tiroide.
- Trattamento con iodio radioattivo, basata sulla somministrazione per via orale di ioduro di sodio radioattivo (iodio-131), che agisce distruggendo le cellule della tiroide, riducendone così il volume e limitando la produzione ormonale. Sebbene la somministrazione di una sostanza radioattiva possa generare inquietudine, le dosi somministrate per la terapia sono molto limitate, non interessano altri organi (lo iodio è captato dalla tiroide in modo selettivo) e sono sicure. Tuttavia, questo trattamento non è indicato per donne in gravidanza e durante l’allattamento, perché lo iodio può passare attraverso la placenta o il latte materno e causare ipotiroidismo nel neonato. Lo iodio radioattivo è eliminato attraverso saliva, sudore, feci e urina: si tratta di livelli di radioattività che permettono il rientro a casa dopo la terapia. Tuttavia, per eliminare più rapidamente lo iodio radioattivo, è necessario seguire una serie di accorgimenti indicati dal/la medico/a.
- Tionamidi o farmaci antitiroidei, come il metimazolo, che limitano la produzione di ormoni tiroidei. Questi farmaci devono essere assunti sotto controllo medico ed eseguendo controlli regolari: possono infatti causare effetti collaterali anche gravi, in particolare al fegato e al midollo osseo, e causare danni al feto. Sono quindi sconsigliati alle donne in gravidanza.
Nel trattamento dell’ipertiroidismo sono spesso usati anche farmaci beta-bloccanti che, pur non agendo sulle cause della malattia, possono ridurre i sintomi adrenergici e in particolare palpitazioni, tremori, tachicardia, ansia e intolleranza al caldo, così da mitigare i rischi per il cuore.
Quando non sono possibili altre forme di trattamento (per esempio in caso di gravidanza, in caso di ricaduta dopo il trattamento farmacologico, o ancora in caso di disturbi oculari), l’ipertiroidismo può richiedere l’intervento chirurgico per rimuovere la tiroide (tiroidectomia) del tutto o parzialmente. A seguito della chirurgia è necessario un monitoraggio attento degli ormoni tiroidei e, se è stata rimossa tutta la ghiandola, sarà necessario ricorrere alla somministrazione sostitutiva di ormoni tiroidei per tutta la vita, per evitare l’ipotiroidismo.
Sebbene l’ipertiroidismo possa interessare entrambi i sessi, è più frequente nelle donne, soprattutto dopo i sessant’anni.
AIFA, Tapazole – 005472, https://medicinali.aifa.gov.it/it/#/it/dettaglio/0000001345
American Thyroid Association, Hyperthyroidism, https://www.thyroid.org/hyperthyroidism/
American Thyroid Association, Hyperthyroidism in pregnancy (brochure), https://www.thyroid.org/wp-content/uploads/patients/brochures/hyperthyroidism_pregnancy_brochure.pdf
Åsvold BO, Bjøro T, Nilsen TIL et al. Tobacco smoking and thyroid function. A population-based study. Arch Intern Med. 167 (13),1428-32 (2007) 10.1001/archinte.167.13.1428
Biondi B, Kahaly GJ, Robertson RP. Thyroid dysfunction and diabetes mellitus; two closely associated disorders. Endocr Rev 40 (3), 789-824 (2019) 10.1210/er.2018-00163
Carella C, Mazziotti G, Amato G et al. Interferon-α-Related Thyroid Disease: Pathophysiological, Epidemiological, and Clinical Aspects. J Clin Endocrinol Metab 89 (8), 3656-661 (2004) doi.org/10.1210/jc.2004-0627
De Leo S, Lee SY, Braverman LE. Hyperthyroidism. Lancet 388 (10047), 906-18 (2016) 10.1016/S0140-6736(16)00278-6
Delitalia AP, Scuteri A, Doria C. Thyroid hormone diseases and osteoporosis. J Clin Med 9 (4), 1034 (2020) 10.3390/jcm9041034
Farebrother J, Zimmermann MB, Andersson M. Excess iodine intake: sources, assessment, and effects in thyroid function. Ann N Y Acad Sci 1446 (1), 44-65 (2019) 10.1111/nyas.14041
Idrose AM. Acute and emergency care for thyrotoxicosis and thyroid storm. Acute Med Surg 2 (3), 147-57 (2015) 10.1002/ams2.104
Geffner DL, Hershman JM. Beta-adrenergic blockade for the treatment of hyperthyroidism. Am J Med 93(1):61-8. PMID: 1352658 (1992) doi: 10.1016/0002-9343(92)90681-z
Istituto superior di sanità, ISS Salute, Ipertiroidismo, https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/i/ipertiroidismo
Kim K, Yang P-S, Jang E et al. Increased risk of ischemic stroke and systemic embolism in hyperthyroidism -related atrial fibrillation: a nationwide cohort study. American Heart Journal 242, 123-32 (2021) doi.org/10.1016/j.ahj.2021.08.018
Manji N, Carr-Smith JD, Boelaert K, Allahabadia A et al. Influences of age, gender, smoking, and family history on autoimmune thyroid disease phenotype. J Clin Endocrinol Metab 91 (12), 4873-80 (2006) 10.1210/jc.2006-1402
Narayana S, Woods DR, Boos CJ. Management of Amiodarone-Related Thyroid Problems. Ther Adv Endocrinol Metab 2 (3), 115-26 (2011) 10.1177/2042018811398516
National Institute of Diabetes and Digestive Kidney Disease – National Institutes of Health, Hyperthyroidism, Graves’ disease, https://www.niddk.nih.gov/health-information/endocrine-diseases/graves-disease
National Institute of Diabetes and Digestive Kidney Disease – National Institutes of Health, Hyperthyroidism, https://www.niddk.nih.gov/health-information/endocrine-diseases/hyperthyroidism
Servizio sanitario regionale Emilia Romagna, La terapia radiometabolica ambulatoriale con Iodio-131, https://www.ausl.re.it/allegati/Terapia%20RadiometabolicaIodio131_2020pdf.pdf
Siyman FF, Deshmukh S, Garcia-Touza M. Lithium-associated hyperthyroidism. Hosp Pract 41 (3), 101-4 (1995) 10.3810/hp.2013.08.1073
Korian Redazione
L’attività redazionale di Korian si basa su un approccio rigoroso e responsabile alla divulgazione scientifica, con l’obiettivo di offrire contenuti che siano clinicamente accurati e accessibili. Grazie al supporto di un pool di esperti, tra cui medici, biologi e professionisti del settore, specializzati in comunicazione medica, sviluppiamo testi che riflettono l’attualità delle conoscenze scientifiche…Leggi di più