Qual è la differenza tra SLA e sclerosi multipla?

Può capitare, in medicina, che nei nomi delle patologie ricorrano dei termini che portano a pensare che due malattie siano tra loro simili… senza che lo siano affatto! Un esempio è dato dalla sclerosi multipla e dalla sclerosi laterale amiotrofica (SLA): è vero, ricorre il termine “sclerosi” nel nome di entrambe, ma queste due condizioni, pur essendo entrambe neurodegenerative, hanno ben poco in comune. Cerchiamo di conoscerle meglio, iniziando a spiegare perché condividono parte del nome.
A partire dal nome: perché “sclerosi multipla”
Sclerosi, come molti termini medici, deriva dal greco antico. Significa “indurimento”: è un termine pertinente sia per la sclerosi multipla sia per la SLA, ma per ragioni differenti, proprio come differenti sono le due patologie.
La sclerosi multipla, infatti, è una malattia autoimmune: significa che il sistema immunitario riconosce e attacca il suo stesso organismo. In particolare, nella sclerosi multipla il sistema immunitario attacca la guaina mielinica dei neuroni, le cellule che permettono la trasmissione degli impulsi nervosi. La mielina è una struttura isolante che circonda i prolungamenti dei neuroni, rendendo più efficace la trasmissione del segnale nervoso e fornendo anche un supporto strutturale e nutritivo alla cellula. Attaccata dal sistema immunitario, va incontro a un processo detto demielinizzazione: dove la mielina è lesionata (cosa che può avvenire in ogni parte del sistema nervoso) si formano delle placche che nel tempo assumono le caratteristiche di una cicatrice. Detta, appunto, sclerosi. Il termine “multipla” associato a questa malattia indica che le lesioni sono disseminate in diverse aree del sistema nervoso.
Con il tempo, la malattia può portare alla morte delle cellule nervose, con perdita permanente della funzione neuronale.
E perché “sclerosi laterale amiotrofica”
La sclerosi laterale amiotrofica o SLA, invece, non è affatto una malattia autoimmune. Come la sclerosi multipla, interessa il sistema nervoso, ma in modo completamente diverso: a essere danneggiati sono infatti i motoneuroni, cioè quei particolari neuroni che, come suggerisce il loro nome, consentono il movimento dei muscoli (volontari e in parte involontari).
Nella SLA, i motoneuroni degenerano in modo progressivo, fino a morire: ciò determina un indurimento patologico (la sclerosi) dei motoneuroni che decorrono nella zona laterale del midollo spinale, da cui la seconda parte del nome della malattia. Il termine “amiotrofica”, infine, è riferito alla mancanza dell’impulso nervoso che permette il trofismo del muscolo. Come si può intuire, non è una questione di semplice indebolimento muscolare, ma di una mancata comunicazione con il sistema nervoso: il corpo non è più in grado di controllare i propri movimenti.
E perché “sclerosi laterale amiotrofica”
La sclerosi laterale amiotrofica o SLA, invece, non è affatto una malattia autoimmune. Come la sclerosi multipla, interessa il sistema nervoso, ma in modo completamente diverso: a essere danneggiati sono infatti i motoneuroni, cioè quei particolari neuroni che, come suggerisce il loro nome, consentono il movimento dei muscoli (volontari e in parte involontari).
Nella SLA, i motoneuroni degenerano in modo progressivo, fino a morire: ciò determina un indurimento patologico (la sclerosi) dei motoneuroni che decorrono nella zona laterale del midollo spinale, da cui la seconda parte del nome della malattia. Il termine “amiotrofica”, infine, è riferito alla mancanza dell’impulso nervoso che permette il trofismo del muscolo. Come si può intuire, non è una questione di semplice indebolimento muscolare, ma di una mancata comunicazione con il sistema nervoso: il corpo non è più in grado di controllare i propri movimenti.
Quali sono i sintomi di SLA e sclerosi multipla? Le differenze
Per nessuna di queste patologie sono noti i meccanismi esatti che portano al loro sviluppo. La ricerca in questo campo è molto attiva: conoscendo con precisione cause e fattori di rischio sarebbe più facile individuare strategie di prevenzione e trattamento. A oggi, sappiamo che sono entrambe patologie complesse, che insorgono a causa di fattori sia genetici (ma non sono ereditarie) sia ambientali. Sappiamo anche che la sclerosi multipla insorge di solito tra i 20 e i 40 anni di età, mentre la SLA ha un esordio di norma più tardivo, dopo i sessant’anni – ma, per entrambe, vi possono anche essere casi di esordi più precoci.
Alcuni sintomi iniziali delle due patologie possono sembrare simili, ma a uno sguardo più attento hanno differenze sostanziali. Per esempio, entrambe possono presentarsi con rigidità e debolezza muscolare. Quest’ultima, però, nella SLA tende a essere asimmetrica (per esempio, la perdita di forza a un arto) mentre nella sclerosi multipla è più generalizzata oppure a carico di specifici distretti dell’organismo. Altri sintomi differiscono; per esempio:
- nella sclerosi multipla sono comuni, tra i sintomi iniziali, i disturbi della vista, che invece non sono presenti nella SLA;
- la difficoltà di deglutizione (disfagia) è un possibile sintomo della SLA fin dal suo esordio, mentre nella sclerosi multipla si può presentare ma, di norma, solo al progredire della patologia;
- anche i disturbi della parola (disartria) sono comuni sintomi iniziali della SLA, mentre nella sclerosi multipla, seppur possibili, sono molto meno frequenti all’esordio;
- la sclerosi multipla si manifesta spesso con sintomi sensoriali (come formicolii o la sensazione d’intorpidimento), che invece sono assenti nella SLA;
- i disturbi dell’equilibrio e della coordinazione sono frequenti nella sclerosi multipla e sono possibili anche nella SLA, ma solo in fasi più avanzate.
Nell’ambito del percorso diagnostico, i sintomi devono essere valutati da un/a neurologo/a. Le due malattie non possono assolutamente trasformarsi l’una nell’altra: la sclerosi multipla non può diventare SLA né viceversa.
SLA e sclerosi multipla non sono la stessa cosa, neanche nella progressione
Infine, c’è un altro aspetto importante che dev’essere evidenziato. La SLA è una malattia progressiva: i sintomi peggiorano nel tempo, causando una disabilità che richiede per la persona che ne soffre un’assistenza continua. Dal punto di vista emotivo, uno degli aspetti più dolorosi e gravi di questa malattia è che nella maggioranza dei casi non coinvolge le abilità cognitive: chi ne soffre è dunque consapevole del peggioramento dei sintomi, e certo non stupisce che spesso la SLA sia accompagnata dalla depressione.
La sclerosi multipla, invece, non sempre è progressiva fin dal suo esordio. Infatti, si distinguono diverse forme di questa patologia: la più comune è detta “recidivante-remittente” ed è caratterizzata da ricadute (recidive) seguite da periodi di remissione parziale o completa. In alcuni casi, questa forma può evolvere in quella detta secondariamente progressiva: dopo anni di periodi di recidive e remissioni, cioè, inizia a progredire in modo continuo. In una minoranza di pazienti, poi, si presenta la forma primariamente progressiva, cioè con un peggioramento progressivo dei sintomi fin dall’esordio della malattia.
Purtroppo, per nessuna delle due patologie esiste oggi una cura risolutiva: la ricerca scientifica è comunque molto attiva nello studio di trattamenti sempre più efficaci sia per la SLA sia per la sclerosi multipla. Per quest’ultima, inoltre, i farmaci disponibili hanno un ruolo fondamentale per mitigare i sintomi, ridurre gravità e durata delle ricadute e minimizzare ulteriori danni al sistema nervoso.
Insomma, SLA e sclerosi multipla sono due patologie molto diverse, anche se condividono una parte del nome. Ma su una cosa non ci sono differenze: entrambe richiedono il massimo sostegno alla ricerca, perché solo attraverso la conoscenza potremo arrivare a cure più efficaci e forse, un giorno, risolutive.